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Il LABORATORIO nasce dall’esperienza, condotta all’interno del corso di Scenografia del Prof. Arch. Gianfranco Moneta tra il 2002 e il 2004, che inizialmente ha visto il gruppo scalaunoauno[1] protagonista di un percorso che fondeva ricerca e didattica: dalla stesura di un soggetto teatrale originale, alla messa in scena finale, attraverso la scrittura del testo, la realizzazione della scenografia, del video, delle luci e delle musiche, in cui i membri del gruppo interpretarono i personaggi della vicenda. Lo spettacolo, se così possiamo definirlo - non a caso il titolo era “Questo non è uno spettacolo” - si dimostrò un fruttuoso esperimento soprattutto nella pratica di un metodo, un training[2], che riuscì a rendere performative persone che mai si erano cimentate con la scena teatrale, che mai avevano sperimentato fino in fondo l’impulso a immedesimarsi in un proprio progetto d’esame fino a “viverlo”, lasciandosi contagiare dalla convinzione - e dall’entusiasmo - del Prof. Gianfranco Moneta che didattica e ricerca - fuse dunque nella pratica - fossero un binomio inscindibile.

Lo stimolo a rompere lo schema da “lezione frontale” non poteva che condurre allo sfondamento della “quarta parete” della scena, all’invasione e alla conquista dello spazio - anche letteralmente quello della Facoltà di Valle Giulia, non predestinato all’azione teatrale -, alla partecipazione attiva del pubblico. In definitiva, al teatro contemporaneo.

 

Negli anni a seguire, il LABORATORIO ha mutato forma senza mai mutare sostanza, e ha continuato a seguire un proprio fil rouge, cercando di passarne il capo di volta in volta agli studenti interessati. Grazie a un corso che, passato alla conduzione del Prof. Andrea Moneta, ha addirittura ampliato la gamma di iniziative e occasioni di coinvolgimento attivo dello studente in pratiche che partono dalla disciplina della scenografia per approdare alla realizzazione di veri e propri eventi performativi.

 

Allo stato attuale il LABORATORIO si prefigge di estendere la conoscenza all’approfondimento specifico di un sempre più consolidato linguaggio del teatro e dell'arte contemporanea, che, fatta definitivamente irruzione negli spazi non convenzionali, è andata gradualmente ibridandosi con le nuove tecnologie, attingendo all’arte elettronica, espandendosi al digitale, verso gli orizzonti della VR  (virtualreality), performandosi con i nuovi media e il web 2.0.

 

 

 

[1] formato da:T.Amicuzi, E.Bonella, R.Bonsignore, A.Celardi, S.Clementini, R.Evangelista, L.M.Mascioli

 

[2] condotto dal regista Carlo Nesler

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